"Meno messe, più Parola": è la ricetta "ambro-luterana" ECCLESIA10-10-2017
Meno Eucarestia, più Parola. Questa in sintesi la dieta che il neo arcivescovo di Milano Mario Delpini ha prescritto ai fedeli di Busto Arsizio, cittadina del varesotto, quando sabato scorso ha visitato la parrocchia di San Giovanni. Il giorno dopo i fedeli hanno potuto trovare sulle panche un pieghevole in cui a firma di mons. Delpini si indicavano i quattro passi che questa città dovrà compiere in ambito pastorale nel prossimo futuro. Al primo posto si può leggere testuale: «Promuovere decisamente un ritorno alla conoscenza, personale e comunitaria, della Parola di Dio, come forma di evangelizzazione. Dove è necessario si può togliere anche qualche S. Messa, pur di favorire momenti di catechesi e ascolto della Parola».
Meno messe, più Parola, anzi più parole.
Una deriva che è schiettamente di matrice luterana. Nell’indicazione di mons. Delpini riverbera il portato teologico di Lutero che con quel suo “sola scriptura” assegnava l’opzione preferenziale alla libera interpretazione dei testi sacri (libero esame) a discapito dell’insegnamento del Magistero: «Un semplice laico armato con le Scritture è più grande del più coraggioso Papa senza essa», aveva una volta dichiarato Lutero. La libertà che rivendicava da Roma però non poteva essere predicata nei suoi confronti. «Io non ammetto che la mia dottrina possa essere giudicata da alcuno – scriveva l’ex agostiniano - neanche dagli angeli. Chi non riceve la mia dottrina non può giungere alla salvezza».